Informativa

Caratteristiche costruttive e tecniche

Due rotori a lobi montati su assi paralleli costituiscono il cuore della macchina. Essi ruotano in modo sincronizzato in senso inverso l’uno all’altro, all’interno di una camera stagna. I rotori presentano tre o quattro lobi, secondo le dimensioni della pompa. La combinazione del movimento dei rotori crea aspirazione e mandata, e la particolare forma elicoidale dei lobi assicura un movimento più fluido, in totale assenza di vibrazioni.
I due rotori possono avere rivestimenti differenti, secondo il tipo di materiale da pompare. Il corpo che forma la camera stagna della pompa è realizzato in ghisa grigia, con possibilità di cromatura a spessore della parte interna, nel caso di utilizzo con fluidi particolarmente abrasivi o aggressivi. Le tenute meccaniche sono realizzate in widia/widia.
I punti di forza di questo tipo di pompa sono principalmente:

  • dimensioni compatte, poco più di una pompa a giranti;
  • facilità di pulizia e di manutenzione. È possibile sostituire i rotori senza nemmeno smontare le tubazioni;
  • doppia possibilità di rotazione: si può scegliere di avere l’attacco di aspirazione a destra oppure a sinistra.

Le caratteristiche delle pompe a lobi sono le dimensioni compatte e ridotte e la facilità di pulizia della parte pompante. Per accedere alla camera di aspirazione è sufficiente svitare quattro viti per togliere il coperchio centrale e sostituire i lobi senza la tubazione. La pompa a lobi può effettuare la rotazione sia in senso orario che antiorario in questo modo l’aspirazione può essere applicata a: motovariatore, motoriduttore, motore diesel, motore idraulico o ad una presa di forza di un trattore.

Campi di impiego

La pompa a lobi CMO può trovare applicazione in vari campi:

  • agricoltura: per l’espurgo di liquami di stalla, escrementi diluiti, ecc.;
  • segherie di marmo: per l’eliminazione di fanghi marmiferi;
  • concerie: per l’espurgo delle acque con rifiuti di concia, ecc.;
  • impianti di depurazione: per il trattamento di fanghi primari digeriti;
  • edilizia: bentonite cemento, polistirolo, grassello di calce, ecc.;
  • autospurghi: per liquami o per il recupero di olii esausti.